Ecco com’è nata One World. 

Nel dicembre 2009 mi trovavo in Tanzania, nella capitale economica del Paese, Dar Es Salaam. Alloggiavo per qualche giorno in una missione   nel quartiere di Temeke (uno dei tre grandi distretti di Dar Es Salaam: Temeke, Kinondoni, Ilala). Desideravo rivedere degli amici con cui avevo avuto  esperienze missionarie in Kenya alcuni anni prima, e che ora si trovavano a Dar Es Salaam in una nuova missione. Volevo anche rivedere dei colleghi con i quali avevo condiviso il Diploma di Medicina Tropicale a Bangkok un anno prima e che allora lavoravano in un’ospedale di una zona remota del Paese, vicino al confine con il Malawi. 

Avevo la fortuna di vivere nel quartiere per alcuni giorni. Le suore missionarie da cui alloggiavo mi portano a visitare diversi malati (essendo io medico, senza che peraltro avessi strumenti e farmaci per curarli). Nelle strade vedo centinaia di bambini e non posso che rendermi conto della loro povertà e di quanto sia difficile per loro, se non impossibile, poterne uscire. Centinaia, migliaia di bambini ed orfani tra i 3 e i 20 anni a Temeke girovagano per le strade in cerca di qualcosa per sopravvivere. Sporchi, scalzi, malnutriti e qualche volta malati. Vendono porzioni di acqua potabile, cibo e sigarette in giro per le strade del mercato, oppure rubacchiano qua e là per sopravvivere. Spesso oziano, iniziando quel terribile ciclo che li porta prima ad essere facile preda di adulti senza scrupoli, e poi li rende loro stessi i protagonisti del perpetuarsi di questo sistema di miseria.

Tutti mi si attaccano alle braccia bianche, è così strano per loro vedere un msungu ( “uomo bianco” nella loro lingua, il Kiswahili) camminare in quelle vie. Vogliono giocare con me. Poi, vivendo nella Missione, vengo a conoscenza del progetto delle missionarie di costruire una scuola  primaria per accogliere 400 bambini, “scelti” tra i più bisognosi. Il progetto c’è sulla carta, e ne prendo visione: 10 aule che possono accogliere 40 bambini ognuna, un ambiente per il preside e gli insegnanti, una cucina per preparare il pasto quotidiano per tutti i ragazzi. 

La Tanzania è talmente povera di strutture scolastiche che il Governo ha deciso di utilizzare la scuola per due turni, mattino e pomeriggio, per raddoppiare il numero dei bambini che possano frequentarla. Ed ecco che i nostri bambini potrebbero diventare 800 !!! Servono circa 200.000 Euro. Ci penso a lungo, è un pensiero che non mi molla. Un po’ di paura, certo, ma poi è deciso: torno a casa e ne parlo immediatamente con i primi amici: Marcella (mia sorella), Roberto, Luca. Poi Valeria, Lucio ed Anna.  Ed è deciso! Si parte insieme per questa magnifica avventura: lavorare insieme, tra di noi e insieme ai poveri per costruire un solido aiuto e opportunità vincenti. 

Prima una scuola e poi…… si vedrà!!! E’ così che il 18 Aprile 2010 nasce One World Onlus. Siamo da subito tutti d’accordo sull’ approccio che vogliamo avere: fare leva sulle capacità e sulle opportunità locali. Crediamo che la nostra missione sia di dare l’opportunità alle persone di diventare autonome ed indipendenti. 

A distanza di qualche anno OWO ha completato la costruzione della scuola, ha sostenuto la costruzione di altre scuole in Brasile e Repubblica Centrafricana, ha aiutato la costruzione e l'arredamento di case famiglia a Santo Domingo, costruito una cappella per gli incontri sociali e religiosi in un centro per i rifugiati in Uganda, sostenuto un progetto di sicurezza alimentare in Venezuela e contribuito ad alcune missioni salesiani in Ucraina dopo l'invasione russa. 

Al momento continua il suo sostegno a molte ragazze e ragazzi che vanno a scuola, dalla primaria all'università, in Kenya e Tanzania, oltre a provvedere a spese mediche per per molti membri delle loro fragili comunità. 

Abbiamo grandi sogni e con piccoli passi speriamo di poter dare tante speranze per il futuro! Acqua, cibo, istruzione, lavoro, e tutto ciò che verrà. 

Forza One World, la strada è lunga, ma la forza ed il coraggio non ci mancano! 

Antonio Dematteis, 

Presidente di One World Onlus